Thursday, October 30, 2014

Italian Prime Minister workbenches

I banconi da falegname del Presidente del Consiglio.


On the stage at his last speech, Matteo Renzi had not one, but two workbenches.

Sul palco del suo ultimo discorso, Matteo Renzi aveva non uno, ma due banconi da falegname.









Tuesday, October 28, 2014

An intervisit with... Rolando



Another interview. 
This time with the puzler Rolando. 
Sorry if I will not translate it, even on request, but it came out a little longish.



Un intervisita con... Rolando

Se avete frequentato i forum di falegnameria per almeno un paio di settimane, molto probabilmente avete polemizzato con lui e se non lo avete fatto è perchè temevate di polemizzarci. Non vi svelo l'url, ma io conosco un thread in cui è riuscito a polemizzare anche con se stesso.
Ho, vado a memoria quindi perdonatemi qualche licenza, conosciuto Rolando su Legnofilia circa 3 anni fà, polemizzando con lui (ma và?) riguardo al paradosso di Monty Hall. Io capivo di aver torto, ma continuavo a sostenere la mia tesi, mentre lui pacatamente demoliva ogni mia argomentazione.
Poi, conoscendo la sua abilità con i giochi di parole, l'ho fatto un po' arrabbiare chiedendogli se era anche lui uno di quei burloni che scrivevano ai quotidiani firmandosi con anagrammi divertenti; evidentemente mi spiegai male perché lui non fù il solo a fraintendere che, quel mio post, voleva essere solo complimento e un omaggio carino. 
Più recentemente abbiamo polemizzato a lungo a proposito di morse e leve... Argomento che tuttora è meglio che evitiamo molto accuratamente. Tipo che la settimana scorsa mi ha scritto "ma lo sai che a proposito delle morse e delle leve avevi ragione tu e torto io" ed io "no, vaffanculo, avevi ragione tu e torto io". Poi, a proposito di tutt'altro, gli ho detto una cosa del tipo "secondo me il fulcro del discorso è un'altro" e lui, apriti o cielo, "fulcro un par di palle, quello è il braccio di resistenza, idiota". 
L'ultima che gli ho combinato è stata di usarlo a sua insaputa come specchietto per le allodole per smascherare una persona. Lui non lo ammetterà mai apertamente, ma lì si è incazzato di brutto.  Per fortuna non è un tipo rancoroso e oggi abbiamo un rapporto tranquillo, anche se entrambi sappiamo che l'idilio non durerà per sempre. 
Anche se non ci sono somiglianze fisiche o caratteriali, non so perchè, ma quando lo leggo lo immagino sempre come il Dottor Heinz Doofenshmirtz del cartone animato Phineas e Ferb. 
Ha una moglie, uno o due figli, una chitarra e un Lamborghini.

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Andrea: Ciao Rolando, ho calcato un po' troppo la mano sulla storia delle polemiche, vero? In raltà non è vero che hai polemizzato anche con te stesso, giusto?

Rolando: Ciao Andrea, dopo questa presentazione non posso dire più nulla, solo che il Lamborghini non è mio.




[A: un'avvertenza: questa intervista contiene opinioni spiritose su temi sensibili. Sono naturalmente convinzioni personali espresse in modo leggero, che in alcun modo vanno interpretate come irrisione nei confronti dei lettori che la pensano diversamente.]

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Rolando: Scherzo! No, non hai esagerato: io polemizzo sempre con me stesso, perchè sono l'ultimo che resiste alle risposte che mi do. Invece credo che con Monty Hall ricordi male, devo aver fatto solo qualche isolato intervento qua e là perché, avvicinati che te lo dico nell'orecchio, non c'ho mai capito nulla di probabilità condizionata. E se ricordo male sarà tanto di guadagnato, così poi potrò aprire una nuova polemica con me stesso.
Non so chi sia il dottor Heinz Vattelapesca, già su un altro forum mi continuano a paragonare ad un certo MacGyver, ma le mie letture si fermano a Tex Willler e le trasmissioni tv a Bold & Beautiful, del quale ho persino aperto un topic una volta.

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A: Quanti figli hai e che età hanno, che non mi ricordo più?

R: Uno, 16, no animali domestici. Di recente risulta più impegnativo crescere questi ultimi: se inviti un  bamboccione ad andarsene sei premiato, se lo fai con un cucciolone rischi grosso.

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A: Senti, partiamo dall'inizio. Genesi 2:27: "Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò;". Perchè' quella ripetizione, secondo te?

R: Non ne ho la più pallida idea, credo che forse avessero capito già allora, che una cosa viene ritenuta tanto più credibile, quanto più volte viene ripetuta. Il fatto che la divinità sarebbe una e trina supera di gran lunga certi paradossi della meccanica quantistica, ma ci è stata instillata e viene quasi percepita normale.
Il mio eroe preferito dopo Tex sostiene: "... in cambio se vuoi ottenere le impronte digitali di qualcuno, invitalo nel tuo lab e prova a dire che la vernice è fresca. Quasi nessuno ti prenderà sul serio.".

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A: Se lo chiedi, chiunque ti saprà rispondere che dopo aver creato l'universo in sei giorni (Marchionne sarebbe entusiasta del suo livello di produttività), il settimo giorno, Dio si riposò. In realtà, Genesi 2:2 dice: "Allora Dio, nel settimo giorno portò a termine il lavoro che aveva fatto e cessò nel settimo giorno da ogni suo lavoro."
Quindi qualche lavoretto, diciamo fino all'ora di pranzo, l'ha fatto anche alla domenica. Avrà tagliato il prato,  avrà lavato l'automobile, avrà passato una mano di cera sui mobili sui mobili, avrà riaffilato gli utensili... Secondo te cos'ha fatto quella domenica mattina?

R: Mah, la domenica mattina dopo una settimana del genere... Si sarebbe dovuto confessare.  Come può l'uomo essere umile se lo stampo da cui deriva a sua immagine, ha voluto impressionarci con tanto sfarzo, creando un universo largo un centinaio di miliardi di anni luce ed inoltre preparandolo con un anticipo di 14 miliardi di anni? La immagini la scena: “Padre?" - toc, toc – "Figliolo cosa fai qui? Io e te siamo la stessa persona e non ti posso confessare..." – "Padre, stai facendo dello Spirito?" – "Presente! Qualcuno mi ha chiamato?"

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A: Ma se Dio ha creato l'uomo, chi ha creato Dio?

R: Saltando di eroe in eroe, Richard Feynman, un eroe della scienza, (deceduto, condizione necessaria per lo status di eroe come per quello di santo) in una sua memorabile intervista (http://www.youtube.com/watch?v=znbmTAsCXYA) cerca di spiegare la sua idea circa le onorificenze, le uniformi, il metodo scientifico e sulla paura di non sapere. "Perché bisogna aver paura di non sapere?", si chiede. L'uomo è su un granello di roccia dal nocciolo fuso, nella periferia di un universo sterminato e sta vagando senza riferimento alcuno? È proprio così!
La paura di non sapere finisce per causare l'accettazione di soluzioni azzardate solo perché tranquillizzanti. Mi limito a constatare che l'esistenza di una divinità che abbia creato l'uomo e tutto l'esagerato l'ambaradan nel pacchetto, già di per sè è scarsamente plausibile. Se non hai prove il tuo bel modello resta una congettura in attesa di conferma... Figurati se in queste condizioni uno si fa delle domande sul modello del modello... Cioè su chi avrebbe creato Dio. Naturalmente capisco l’intento della domanda cioè rivelare che l’ipotesi di un creatore non è risolutiva. Ma, per quanto mi riguarda, bastano quelle alla RIcky Gervais: Perché dio non previene che succedano le cose terribili alle quali assistiamo? 1) Non è capace;  2) Non vuole; 3) Le causa è lui; 4) Non esiste. Votare prego.

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A: A proposito di scherzare coi santi, tu hai il grande merito di avermi fatto conoscere i comici anglo-americani. Cioè, in realtà conoscevo già molti dei loro monolighi grazie a Luttazzi che li copiava a mani basse, come fanno oggi molti comici televisivi copiando da Spinoza, ma questa è un'altra storia.
Quando mi hai consigliato di guardare questo monologo sottotitolato in italiano di George Carlin (http://www.youtube.com/watch?v=tEvlmDb1jIw) mi si è aperto un mondo.
Recentemente mi hai fatto conoscere Ricky Gervais, di cui consiglio caldamente a tutti la visione di alcuni suoi spettacoli SUB ITA che si trovano su YouTube.
Questi comici anglosassoni sono altamente sconosciuti in Italia. Ti và di consigliare un paio di loro filmati in modo da far scoprire questo mondo ai nostri 16 lettori?

R: Mi fa molto piacere. Ma temo pure, in primo luogo che il numero dei nostri lettori tenda a zero e per secondo per la tua reputazione, perché come ben sai chi scherza coi santi e coi fanti sbagliati, va controcorrente e fa la fine dei salmoni. Qui l'orso Mumu è buono, generoso, forse persino vegetariano e non c'è niente da temere, ma può succedere che, anche nei posti dove non si cibano degli oppositori ne adulti ne in tenera età, vi siano costoro che come castori ti ergono delle dighe con pretesti vari.
Carlin rovescia le cose, ti propone l'ascolto del lato B prima dell'A e questo crea disagio. Non è piacevole sentirsi dire che ti bevi delle fanfaluche, quindi se le tue credenze ti vengono descritte come tali, piuttosto che ammetterlo conviene mettere in dubbio la buona fede dell'assertore. La dissonanza cognitiva, ne abbiamo parlato, è la malattia sociale più subdola, l'accidia laica, credere ai governi, ai politici, ai giornali, solo per pigrizia. Non sono esperto, ma, dal punto di vista religioso, credo sia invece il peccato più sconosciuto perchè è in logica propositiva: non dice non fare questo non fare l'altro, dice non essere passivo cioè di fare. Pensa che nel mio dialetto essere nervoso e irascibile si dice essere "zidioso". Ero già polemico da piccolo perchè chiedevo: "mamma perchè ira e accidia sono la stessa cosa, è bisvalida?". O anche: "ma l'astinenza dalla carne non era già compresa nel digiuno?". Carlin e soci adottanto la lettura al contrario ti rovesciano il significato di una affermazione senza nemmeno bisogno di cambiarla: "in USA chiunque può diventare presidente: questo è il problema".

Carlin è stato forse il primo che ho conosciuto e secondo me jamming in new york è grandioso e attuale pur avendo più di 20 anni (http://www.youtube.com/watch?v=SHm402eOwZk) e il secondo è Bill Hicks (http://www.youtube.com/watch?v=9o3EMWaif9s) entrambi scomparsi, quest'ultimo a 33 anni.
Ricky Gervais è particolare, meno aggressivo (http://www.youtube.com/watch?v=Dso-7q6KSD8).
Bill Maher mi piace nei talk brevi, su un palco meno (http://www.youtube.com/watch?v=n_7RprZPvTQ).
Eddie Izzard è il più surreale e la mimica è notevole (http://www.youtube.com/watch?v=qxIjHhSr598).
E infine quello che mi hai segnalato tu Andrea, John Oliver (http://www.comedybay.it/john-oliver-pena-morte/).
 [A: Avevo detto un paio, non una playlist...]

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A: Senti... Tu soffri di una grave malattia degenerativa, che significa che, se non troveranno una cura, la tua malattia peggiorerà con il passare del tempo. So che tu non ne vuoi parlare in pubblico ed anche in privato ne fai solo qualche accenno. E intuisco le tue motivazioni.
Da un lato c'è un pudore personale, che non mi meraviglia in un austroungarico e dall'altro c'è il timore di provocare, nei tuoi interlocutori, un atteggiamento di pietà e commiserazione, che talvolta è solo pietismo ipocrita, con la conseguenza che qualcuno smetta di tenerti testa nelle discussioni, per via dell'effeto "poverino, diamogliela vinta". Entrambe le cose ti fanno onore.
Eppure ci sono invalidità di cui non si può non tenere conto.
Se io dovessi spiegare ad una persona con un solo braccio, come iniziare un taglio con una sega manuale, non potrei certo dirgli: "con una mano tieni la sega e usi il pollice dell'altra mano come appoggio laterale per
la lama della sega".
E poi, penso che converrai con me, che un manufatto (sia esso un mobile o un post su un forum) porta con sè, quando è nota, anche la storia di chi l'ha costruito.
Guarda questo filmato: http://www.youtube.com/watch?v=0JOF0XqBs0o
Se uno sgabello del genere lo avessi fatto io, lo considererei una schifezza, ma al contrario io sarei orgoglioso di possederlo conoscendo la storia di chi l'ha fatto.
Hai voglia di raccontarci che malattia hai ed a quale stadio è arrivata?

R: Hai descritto come meglio non avresti potuto il conflitto tra gli stati d'animo: se appaleso questo stato, vengo compatito e non ho un feedback “neutro” sul grado di accettazione nella comunità, se non lo faccio, la mia scarsa o quasi nulla attività legnosa, mi fa passare per un troll.
Penso che il valutare una persona per le sue abilità pesate tenendo conto degli handicap, succeda solo nei film lacrimevoli americani. Cosa si pensa quando si esce dall'ospedale dopo aver visitato un amico che se la passa male? Si annusa l'aria, si tira un sospiro e si dice "tanto a me non può capitare". Non si apprezzano le abilità condizionate, solo quelle assolute, se perdi le gambe ti apprezzano per la testa, se l'avevi, se perdi la testa ti mandano affanculo. E poi obiettivamente non so nemmeno dare loro torto... Se io rispondessi a monosillabi e non avessi polemizzato con tutti, mi avresti intervistato? Alla gente non interessano le sfighe altrui a meno che non servano a far sentir meglio loro: ognuno ha i suoi guai e al Roxy bar alle 21 c'è già la serranda mezza abbassata, la gente non le racconta più nemmeno a uno che fa finta di ascoltarti mentre attende solo di raccontarti le sue. Se vuole “consolarsi” guarda le sfighe finte in TV, lo sa che sono finte ma che importa? Basta far finta di crederci.
E quindi scusami, non farò proprio l'austroungarico ma non entrerò in dettaglio.
Io sono a metà del percorso di sopravvivenza che fortunatamente è piuttosto lungo. Dici bene che mi stanno
sulle balle tutti gli atteggiamenti ipocriti: quelli generici, ma, se possibile ancor più ipocriti, quelli che si arrampicano sugli specchi con fallaci argomentazioni statistiche. Alla domanda se fosse vero quel tempo medio, per certi versi lungo se la malattia insorge in tarda età, ma sotto i 50 suona comunque breve, lo specialista che confermò i miei sospetti circa la diagnosi, usò una contraddittoria consolazione/scientifica. Mi disse: "lei saprà che queste sono statistiche" e disegnò l'asse del tempo "e che la distribuzione è una gaussiana" e disegnò una campana centrata attorno al valore medio ma piuttosto larga "vede? Lei potrebbe essere qui" e segnò un punto sulla coda più "ottimista". Io tirai fuori un po' maleducatamente un righello dal suo portapenne mi sporsi indicando un punto simmetrico, ma "pessimista". "E con la stessa probabilità qui"... "Di cosa si parlava?", fece lui.

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A: Tu sei da tutti, compresi tuoi acerrimi nemici (esistono nemici non acerrimi o altri sostantivi che accettano acerrimo come aggettivo?), considerato una persona estremamente intelligente. Puoi raccontarci una cosa veramente stupida che hai fatto in modo che quando sparliamo di te in privato possiamo dire: "si, sarà anche molto intelligente, però ti ricordi quella volta che...".?

R: Non sapevo di avere nemici acri, acidi insomma, ma visto che una volta tu mi dicesti che i post di uno acre sono tanto corrosivi quanto quelli di uno caustico, con loro sarò basico e vedrò di neutralizzarli, in
senso buono, s'intende! Acerrimo mi piace, suona buffo usare più lettere per elevarlo ad assoluto, che per
specificare la proprietà, considerato che ulteriore e inferiore, si contraggono in ultimo e infimo, verrebbe
da pensarlo come un termine arcaico di quando avere acerrimi nemici rendeva onorevoli o per stare in tema celeberrimi.
Comunque ho interpellato la moglie, sai che di solito tengono i registri per potertele simpaticamente rinfacciare al bisogno, ma sullo spicciolo non ricorda niente di eclatante. Ma questo è molto più grave in realtà, perché invece di sfogare il potenziale stupidogeno in tante piccole fesserie, l'ho accumulato e rilasciato in un paio di madornali cazzate così grosse da non poterle raccontare.
Una di piccole che mi ha tanticchia shockato: nelle chiacchiere di politica ogni tanto si è fatto riferimento a certi appellativi, e mi è stata citata, attribuendomi il titolo di matematico, questa identità pdl-l=pd. Volevo commentare che pdl/l=pd non pdl-l che invece fa l(pd-1) tuttalpiù... Ci credi? Ho sbagliato 2 volte il raccoglimento a fattore della l... Più o meno come se un esperto di seghe spingesse come un forsennato una jap gridando "perchè non tagli!", poi montasse il manico dall'altra parte e questa volta tirasse.... “A mò?”
 [A: Ma voi ci avete capito qualcosa sulla faccenda del pd-l?]

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A: C'è una leggenda metropolitana che riguarda la o le tue lauree. Giuro che c'è qualcuno che pensa che tu abbia raggiunto il numero fantozziano di 12 lauree. Nel caso fosse vero, ce le elencheresti, per cortesia?

R: Se hai chiesto agli acerrimi di cui sopra immagino i titoli che mi vengono attribuiti: ingegnerdestikaatsi... Conte_statoravanvera... Dapientondemicojon... Zeccafuoridalkomun... Bastian de'contrari... etc. Oltre a questi ho una laurea in fisica ottenuta parecchio fuori corso perché nel contempo mi applicavo per conseguire i titoli suddetti. "Per tale capacità... De cumulà..." disse il presidente di commissione mentre proponeva il biasimo accademico. Dalla fretta il segretario anagrammò la prima che diventò "cum laude" e trascrisse il biasimo con bacio. Io ne fui eccitato ma, francamente, il bacio non mi turbò fino a quel punto.

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A: Ieri sera ti ho googolato e ho trovato almeno una ventina di pubblicazioni scientifiche di cui sei autore o coautore. Ne ho letto molti titoli e per la maggior parte, ho capito di cosa si trattava come se fossero stati scritti in Urdu. Però ho visto che ce n'è qualcuna che riguarda studi sulla pericolosità delle onde radio GSM.
Ora se ne parla molto meno, ma c'è stato un periodo nel recente passato in cui i giornali e le telivisioni, facevano parecchio allarmismo circa i danni derivati dai cellulari.
Io porto, tutto il giorno, nella tasca anteriore dei pantaloni uno smartphone e la sera lo appoggio acceso sul comodino, in casa ho una rete wifi e mio figlio quatrenne va all'asilo al piano terra di un edificio in mattoni di 3 piani, sul cui tetto c'è un antenna ripetitore di un provider WiMax.
Devo preoccuparmi?

R: Già, nella mia vita precedente ho fatto questo e la tua è una domanda che mi veniva posta quasi
quotidianamente. Allora tendevo a non rispondere, ora sono libero di dire quello che penso e visto che qui non ci sente nessuno, premettendo il passe-par-tout che consente ai  giornalisti di dire qualsiasi cosa, il ben noto NSPEC (hai fatto caso? Non Si Può Escludere Che... Mia nonna ritorni dall’aldilà con la nuova carriola a kriptonite...). Dicevo: premesso che potrebbe in futuro essere scoperto che il Parkinson è causato dai campi em oppure che hanno effetti benefici (c'era chi riscontrava aumento delle prestazioni intellettive), la mia impressione è che se finora non sono saltate fuori delle evidenze più rilevanti, vuol forse dire che i campi em sono oggetto di “eccessive” attenzioni se confrontati con altri agenti di maggior impatto sanitario ma percepiti in modo più benevolo.
Pur essendoci delle evidenze epidemiologiche, ci sono almeno due cose (su tre) che mancano per poter dire
che comportino un sicuro fattore di rischio: un modello biologico chiaro dei meccanismi con i quali avverrebbe il danno e una qualche legge che relazioni la dose al danno.
L'Organizzazione mondiale della Sanità aveva classificato i campi em nella categoria dei cancerogeni 2B, una classe che ospita agenti con evidenze molto deboli. Con ciò, come con tutte le cose, la prudenza di non
esporsi quando si può farne a meno con poco sforzo non è mai male. Riguardo al tuo smartphone in tasca: così esponi organi che in generale si tende a tutelare più di altri, per ovvi motivi, ma non è in contatto, in
stand-by "lavora meno", il phone intendo dire! :-). Non mi sentirei di dire che ci si dovrebbe preoccupare.
Ancor meno della wifi domestica. I ripetitori WiMax, a quei tempi non furono oggetto di studio. Se fosse una
stazione radio-base, tuo figlio starebbe sotto un ombrello e se si trattasse di un ponte telefonico meglio
ancora. L'ombrello è una schematizzazione dei lobi di emissione delle antenne telefoniche che non emettono
quasi nulla, immediatamente sotto di loro, di solito il massimo valore si trova a 200 metri o più di distanza. Se sono parabole per ponti, l'emissione fuori dal lobo principale che è un fascetto collimatissimo che punta su un'altro sito ricevente in visibilità ottica, è difficilmente misurabile anche con strumentazione da laboratorio, praticamente zero.

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A: Ho anche trovato che sei tra gli inventori di un brevetto. Ti dispiace se smetto di immaginarti come il Dottor Heinz Doofenshmirtz di Phineas e Ferb ed inizio ad immaginarti come Archimede Pitagorico di Paperino?

R: In realtà più d’uno ma io ero l’inventore, non il proprietario. Non ho avuto notizia di ricavi da parte del mio Ente che lo depositò, ma anche in caso, all’inventore spetta “un equo compenso” che temo sarebbe stato come quando tornavo a casa con un bel voto: "visto mamma?" - "bravo ma non hai fatto altro che il tuo dovere".
Archimede Pitagorico me gusta!: i poliedri formati da poligoni regolari di un unico tipo sono detti di Platone, di più di un tipo sono di Archimede. Pitagora  non ha bisogno di commenti ed Edi, l'aiutante è l'idea pronta ad illuminarti. Infine il nome originale Gyro Gearloose, che potrebbe essere tradotto con svitatello, picchiatello c'azzecca in pieno. Approvato!

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A: Senti, tu sei in puzzler, nel senso di uno che costruisce puzzle, termine che in Italiano viene impropriamente riferito solo a quei giochi in cui bisogna incastrare le tessere di cartone per ricomporre un'immagine, ma in realtà il termine puzzle significa rompicapo in senso generico. In particolare tu sei molto abile a costruire dei puzzle geometrici tridimensionali.
Mi daresti un paio di links in cui sono visibili le tue opere?

R: Si come diceva Pino: je so' puzzler... O quantomeno ero, ora non lo so.
Qui da noi sono quelli composti da tessere in due dimensioni che invece in inglese sono chiamati jigsaw puzzle e una cosa: "puzzling" è un sfida intellettiva generica, un problema del quale a prima vista non si intravede soluzione. Devo dire che non mi piace ma sarebbe più adatto rompicapo. In francia si usa casse-tête, in spagna rompecabezas e nei paesi anglofoni brain teaser, molesta cervello.  Oltre ai nomi astrusi come metagrobologo che ricordano uno specialista di una malattia rara.
Quelli che facevo io si chiamano interlocking puzzles cioè quelli la cui caratteristica di rimanere coesi è dovuta all'attrito tra superfici in contatto. In altre parole, meno formali, i pezzi si "incastrano" tra loro.
https://www.facebook.com/media/set/...=1&l=9a2ee68427
Però come tu dici, sono sempre stato più attratto dalle forme 3D geometricamente intriganti, che alla difficoltà di soluzione del rompicapo. Poi nella fase più recente mi sono divertito nell'assemblare oggetti di uso quotidiano, in clusters o tangles (agglomerati, grovigli).
https://www.facebook.com/media/set/...=1&l=dc0bac6be3

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A: C'è stato un avvenimento o un fattore scatenante che hai innescato in te l'interesse per questi rompicapi?

R: Sai che non ricordo bene... Credo sia stata una fase di stanca del mio lavoro che come hai ben riassunto era dipendente dalle ondate di allarme sociale. La politica riceveva pressioni ad ondate per ottenere rassicurazioni, dati e campagne di misura, ma quando venivano diffusi i risultati, l’allerta si era già spostata su altri agenti, polveri sottili o sul radon. Queste ondate stimolavano indirettamente anche i finanziamenti per progetti di ricerca... Ma in quel periodo c'era bonaccia. A questo si aggiunge la crisi, il cambiamento di organizzazione e status dell'ente dove lavoravo. Come talvolta succede, pur essendo affezionatissimo a quello che facevo ho trascorso un periodo in cui studiavo le cose più disparate e credo di esser capitato su una pagina dell'IBM che analizzava i burr puzzles. Il burr è in botanica il riccio, uno sferoide frastagliato ed è il nome generico dato a certi puzzle. Per molti il burr è solo e soltanto il 6 pieces burr. E questo dipendente IBM da buon matematico ha formalizzato il problema: se in un listello facciamo delle tacche asportando cubetti non piu piccoli di 1/2x1/2x1/2 lato e non ammetto scassi ciechi, quanti possibili pezzi restano? 42 e presi 6 tra questi quanti danno un bel puzzle? Bah... Bello, bello ma tutto ad angoli retti, mentre io sono fuori squadro, seguo comunque i link e trovo la luce: The Puzzling World of Polyhedral Dissection un libro di un ingegnere che negli anni 70 costruiva canoe in vetroresina che si è stufato ed è impuzzlerito. Inizialmente guardando il suo libro con i disegni autografi fatti a mano, non capisci la profondità, poi come succede guardando i random-dot-stereograms, (quei poster a macchioline tanto di modo qualche lustro fa), tah-dah, la terza dimensione salta fuori. E comincia il viaggio nel puzzling world!

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A: Il primo che hai fatto cos'era?

R: Senza utensili, avevo cercato di riprodurne uno che credo compaia nelle foto sopra.
Si chiamava cristallo di neve (in francese), 30 tondini con 3 fori (2 ciechi e uno passante) e 30 stecchini da spiedini. Bastava una dima semplice e un trapano (o un avvitatore). E’ carino ed essendo bloccato spina-foro (è in realtà un cage puzzle, gran parte del volume è vuoto) ti puoi permettere tolleranze notevoli. Ad esempio il foro passante fa un angolo con gli altri di 43 gradi circa. Io che nemmeno avevo capito gli angoli composti, usai l'angolo proiettato di 36 e si montò lo stesso.
La prima mia replica di uno di Coffin, invece, fatta con la troncatrice e listelli del brico, era un esempio di movimenti coordinati, nemmeno considerato un puzzle. Expanding box. Una pseudoscatoletta che si chiude solo con una traslazione, un collasso coordinato di tutti e 6 i pezzi e si apre centrifugandola, ovvero facendola piroettare su un vertice.

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A: Ti sei mai cimentato nella costruzione di quelle scatoline di legno che per aprirle bisogna compiere una determinata sequenza di di mosse?

R: No non mi piacciono. Tutto ad angolo retto, con una funzione (contenitore). Non attraenti geometricamente e con sequenze complicatissime per aprirle... Durante le quali non vedi nulla. Io che non so fare neanche il cubo di Rubik, figurati.

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A: Un paio di settimane fà ho intervistato Mumu e mi ha detto che ha una scarsissima stima di te, dice che sei una persona orrenda, ma che invidia la tua visione tridimensionale delle cose che pensi e che realizzi e si chiedeva appunto come fai a pensare... in 3D?
E da che sono qui ci aggancio anch'io altra domanda simile.I tuoi puzzle di legno sono molto belli e ben fatti e non vorei sminuirli, ma quelli che mi impressionano di più sono quelli creati con oggetti d'uso comune e che si possono reperire in qualsiasi supermercato.Ecco, da dove parte l'idea, l'intuizione da cui nasce un ropicapo del genere? Lo progetti nella tua testa partendo da zero oppure è una scintilla che scatta guardando le cose che ti circondano?

R: Penso che qualcuno abbia detto che anche nelle cose che sembrano dovute solo alla ispirazione in realtà questa conta molto poco rispetto alla traspirazione ovvero al sudore.  
Non perché abbia fatto fatica, ma sono un dannato testardo e provo e riprovo e alla fine, se non altro per sfinimento o per gli effetti della colla, dalle pagine piatte e in bianco/nero di Coffin, salta fuori la visione. "Eh, certo che ci vuol una pazienza...",  qualcuno mi dice... Penso che sia il commento nei top 3 che mi infastidiscono di più. E non perché sottintende che chiunque ci riesce (che è vero), che basta che si impegni (che è vero), ma che sia disposto a soffrire. Eh no soffrirai tu, bello mio, io sudo ma godo.
Per quanto riguarda l'uso di oggetti comuni, sono contento che piacciano! Sono divagazioni che sento particolarmente mie, perché a parte qualche similitudine non li ho copiati da nessuno e poi mi assomigliano:
non ci puoi giocare, non sono materiali di pregio, non servono a nulla, non ci vogliono abilità manuali a farli, sono solo il condensato di un'idea.
Non so se siano più pazzi i puzzler o i math sculptors, gli scultori matematici, è una bella lotta, ma in realtà non è che ci sia molta matematica nei miei... Insomma non saprei come chiamarli, alcuni li chiamano tangles (grovigli). Da dove vengono queste idee?
Anche qui, dopo aver giocato un po' con i poliedri si impara a conoscerne gli angoli, a riconoscerli negli oggetti comuni. Devono avere due estremità diverse tra loro, meglio se una può fungere da tenone e l'altra
da mortasa, altrimenti per unirli si fa uso di altri oggetti più piccoli, fermagli, o-ring, calamite ecc.
Non c’è una regola, in quello dei sedani (il pastahedron) con gli spaziatori (crocette) per piastrellisti, questi ultimi sono il collegamento. In un altro sono l'elemento principale e il collegamento sono i fermacampioni, ma c'è pure quello in cui ci sono solo i fermacampioni. Peraltro vedo che questo non c’è in quelli listati prima. Quindi aggiungo questi due link ai quali sono molto affezionato:
http://momath.org/home/math-monday-01-24-11/  
http://momath.org/home/math-monday-01-31-11/
 Molti sono ancora nella lista di attesa la cosiddetta to-do-list, quando transiscono dalla 2 Do alla 3 D è sempre un motivo di soddisfazione per me, vuol dire che il precedente non era l'ultimo tangle.  
Ma la più autentica ragione sul perché faccio le cose in 3D, è quella che sicuramente condividerebbe mia moglie, la pigrizia. I primi 2 rimando... Domani vah. Al terzo sono messo alle strette perché se vado oltre
in 4D si complica tutto, diventa tutto relativo... In 5D e in 6D ci sono solo i matematici... Quelle volte che sono arrivato al 7D, mi veniva da confessarmi per aver oziato tutta la settimana, ma... Ho sempre trovato occupato. Chissà cosa doveva raccontare, manco avesse fatto tutti i peccati dell'universo!

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A: Senti, ma visto che sei così esperto di puzzle, vorresti gentilmente spiegare ai nostri lettori l'etimologia certa della parola puzzle?

R: Puzzle... Puzzle... Sono confuso, Come il personaggio simpatico di Gyro, di nome fa Archimede, siculo, ma ha per cognome un greco di 2 secoli prima e per aiutante uno col nome derivato da uno vissuto in un altro continente 2 millenni dopo. Andiamo per gradi: In greco le parole più appropriate sono ainigma dal verbo ainissomai "parlare con insinuazioni o con i codici, facendo giochi di parole..." e grîphos "domanda
provocatoria, enigma".
Taluni infatti riferiscono questa passione col termine grifomania.
Se passiamo ad Archimede ed al latino griphos si traduce in scirpus e non mi risulta ci siano parole correnti che derivino da qui. Diversamente, in ambito latino-vaticano i rompicapo siano stati definiti subverticula.    Dal francese antico métagaboulizer un verbo ormai desueto, viene metagrobologo che significava colui che  mistifica. Sempre in Francia il verbo aposer che vuol dire perplimere confondere, poi diventato pusle sì  trasferì infine nel paese di Edi alias Thomas Edison, nativo di Milano, non Mediolanum, ma Milan nell'Ohio,  la parola puzzle con lo stesso significato.  Converrrete anche voi che tra grifomaniaco, subverticulofiliaco (non so nemmeno come venga definito l'appassionato di subverticula), metagrobologo e puzzler... Quest'ultima sia la meno peggio. Se poi vuoi Andrea, che si ritorni da questa parte... Europea, o ancora più di casa nostra, diciamo... Nopea, posso solo  concludere storpiando Pino che Je so' puzzler... Je so' puzzler... Beep.

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A: Parliamo di Forum. Sai qualcosa di Paolino?

R: Sono mesi che non lo sento... Devo aver scritto da qualche parte che gli amici di forum stanno a quelli che frequenti in carne ed ossa, come un tamagotchi sta ad un animale vero, è un po’ tutto esasperato, accelerato e pittoresco. Tu hai esordito presentandomi parlando di fasi alterne, credo questo sia comune, perché i contatti sono in differita, con mezzi che si prestano a equivoci, le malelingue nella vita reale rischiano uno sputo in un occhio, le maletastiere nulla, non hanno ancora inventano la web-spit. Insomma per dire che in questo mondo virtuale ho un po’ perso di vista delle persone e Paolo è una di queste e me ne dispiace. Tra l’altro l’ho sentito migliaia di volte ma non l’ho mai incontrato...  Come te del resto...
Orcocan sarà mica tutto un Truman show?

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D: Vado un po' a spanne eh, comunque negli Stati uniti, dove la falegnameria amatoriale è percentualmente più diffusa, ci sono due forum, in Canada uno, in Germania uno, in inghilterra uno e in Australia uno e mezzo. In Italia, dove siamo quattro gatti per di più squattrinati, ne abbiamo cinque di carattere generalista più alcuni specializzati in liuteria, in tornitura, in costruzione di barche e non mi meraviglierei se ce ne fossero anche altri.
Non sembrano anche a te un po' pochini?

R: Non saprei, io raramente mi spingo fuori dall’Off-Topic a vedere di che si parla, e poi mi capita di pensare che il tema sia quasi secondario. Onestamente quante risposte alle nostre domande, non si trovano già sparse per la rete? Se vuoi contattare uno in particolare ci sono anche altre vie, facebook etc. (a proposito sono rientrato su Facebook solo per linkare qui i grovigli e nulla era stato  effettivamente cancellato, è riapparso immediatamente). Verrebbe da pensare che risponda a altre esigenze. Ricordo un progetto europeo nel quale si cercava di valutare l’esposizione dal cellulare usando le durate medie delle chiamate. Ad una presentazione dei dati ci fu una sghignazzata generale in sala: erano le durate tipo di una chiamata di un abbonato tedesco e di uno italiano. Da notare che allora era piuttosto costoso chiamare e che proporzionalmente al reddito in Germania costava meno. Ciò nonostante stavano nella proporzione del numero dei forum.  

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A: Mi è capitato che qualche conoscente straniero mi chiedesse il motivo di questo spreco di risorse e sparpagliamento di intelligenze. Mi aiuteresti a rispondergli?

R: L’Italia è il paese dell’effimero, delle disuniformità e degli sprechi Può essere che lo slancio artistico e creativo, il livello tutto sommato ancora buono dei nostri risultati scientifici di punta (conseguiti da nostri concittadini altrove) e persino il mangiare bene derivi da questo. Però il rovescio è la pigrizia, il fatalismo, la riluttanza a rispettare le regole e la passione per le cose futili, il pettegolezzo, l’abbigliamento da dandy, il tifo smodato nel calcio o per l’uomo della provvidenza. Il tutto genera un sistema turbolento che manco il supercomputer di Reading potrebbe prevederne le reazioni, vuoi che non si rifletta in un ambiente che è già virtuale di suo?

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A: Si può paragonare questo sproporzionato numero di forum con l'esagerato numero di partiti tipicamente italiano?

R: No nei forum per fortuna non c’è un anima nera che tira le fila di quasi tutti. Quello che ha moltiplicato i forum sono state separazioni vere di un ambiente virtuale, in parlamento stanno giocando su dei bisogni veri con delle separazioni virtuali. Il risultato per un osservatore esterno è comunque simile, tante entità che dicono tutte la stessa cosa.

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A: Ancora due domande e poi ti lascio in pace. C'è qualche domanda che ti aspettavi di sentirti rivolgere e che ti sei stupito che io non ti  abbia fatto?

R: Si ma visto che ce n'è ancora una scommetto che sarà la prossima.

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A: Il prossimo intervistato sarà Giuliano. Mi suggeriresti, per cortesia, una domanda da fargli?

R: Sono sempre stato curioso delle forme e del come si spiegano i fenomeni più comuni. Spesso mi perdo analizzando lo scarto più del prodotto da cui deriva. Da questo punto di vista mi affascina la forma dei
trucioli della pialla a vari gradi di curvatura: quello più comune in tante fotografie lo chiamo a "molla di orologio", ma spesso si vedono anche elicoidi o combinando la molla con l'elica delle simil-chiocciole.
Persino nella direzione trasversale ho notato delle concavità o delle ondulazioni dei bordi tipo le "reginette" A Giuliano chiederei di raccontarci cosa causa queste forme e se ha mai piallato badando al truciolo non solo come test o diagnosi dell'utensile, ma, in qualche occasione, considerandolo il vero prodotto.


Tuesday, October 14, 2014

Graphite is the new black

Il grafite è il nuovo nero.


Since I do not seem to have read it anywhere outside of this old continent, I say it to you: Clico sold Clifton to Thomas Flinn & Co.
And the new owners have now changed the color from british-dark-racing-green to graphite gray.
And my English friends did not take it too well. :-)

Siccome non mi sembra di non averlo letto da nessuna parte al di fuori di questo vecchio continente, ve lo dico io: la Clico ha venduto la Clifton alla Thomas Flinn & Co.
E i nuovi proprietari gli hanno subito cambiato il colore da verde-scuro-da-gara-britannico in grigio grafite.
Ed i miei amici inglesi non l'hanno presa toppo bene. :-)



Sources and references:
Fonti e riferimenti:

http://www.ukworkshop.co.uk/forums/clifton-planes-t83287.html
https://www.facebook.com/cliftonplanes
https://www.facebook.com/thomasflinnsaws
https://www.pinterest.com/thomasflinnsaws/clifton-planes/
http://www.clico.co.uk/products/clifton
http://www.flinn-garlick-saws.co.uk/acatalog/HAND-PLANES-p1.html